Il freddo penetra nelle ossa mentre, nella nebbia, fa capolino una luce. Cammini e riconosci quel tunz tunz tunz, un sorriso si delinea sulle labbra. L’adrenalina ti avvolge, varchi la soglia e inizi a viaggiare. Testa tra le nuvole, gambe vibranti ancorate al terreno. Avverti le frequenze dalle casse, la musica ti travolge, le braccia si innalzano al cielo e balli. Ti scateni, senza pensieri. Sei felice e non lo sai.
É questo il ricordo che ho delle serate invernali trascorse in discoteca. Ma ora, con quale anno in più, mi sono chiesta: chi c’è dietro quella melodia magica? Chi è che rende speciale una serata? Un deejay coi fiocchi.
Quando ho incontrato Rosolino, mi sono detta, ma che bella persona! All’apparenza, ricorda un altro mito della musica italiana, ispira subito simpatia ma, è solo parlandoci che scopri un professionista competente, gentile, umile e socievole. Insomma una di quelle anime che piacciano a me: semplice e vera.
Così, ho deciso di regalarmi, per il primo compleanno di LM Spread the Love, un’intervista a tutto volume insieme a Ross DJ.
Ciao mitico Ross, come si diventa deejay?
“Non può che nascere dalla passione e dal divertimento. Da adolescente, mentre ascoltavo la musica, mi dilettavo a mescolare una canzone con un’altra. Solo successivamente mi sono approcciato al mixaggio”.
Ci fai capire meglio come si esegue un mixaggio?
“Tecnicamente parlando crei un set: una canzone fluisce nell’altra, si trasforma in un flusso musicale generando entusiasmo e un ambiente festoso. Un bravo mixatore diffonde gioia; non è esattamente come ascoltare una sequenza di canzoni, è proprio immergersi in un mondo vivace, allegro, capace di toccare le emozioni”.
Quando è cominciata la tua avventura?
“Ho iniziato verso i diciott’anni nelle palestre, facevano gare di danza. Mi sono sfidato a suonare davanti ad un pubblico vario. Ho deciso poi di studiare, ho fatto corsi per imparare l’arte del mixaggio e del saper selezionare la musica giusta al momento più opportuno. Volevo diventare un creatore di felicità”.
Quale musica proponi nel tuo djing (la pratica del mixaggio di sonorità ndr)?
“Quando inizi ad approcciarti a quest’arte puoi decidere come improntare lo spettro della musica che scegli di riprodurre: c’è chi sceglie solo una tipologia di musica, io no. Ho deciso di specializzarmi nella happy music (musica per feste, eventi) perché volevo far divertire tutti e, perché mi permetteva di spaziare tra diversi stili musicali: dal reggaeton all’elettronica, dall’house music a quella più commerciale”.
Dove ti esibisci?
“Ho iniziato a propormi nei disco pub che hanno creduto in me e, con il passaparola, mi sono specializzato in feste di compleanno, matrimoni, celebrazioni di ricorrenze. Come aree geografiche sicuramente annovero il sud Milano ma posso tranquillamente organizzarmi con trasferte anche nel resto d’Italia”.
C’è una situazione che preferisci? Diciamo dove ti senti più a casa?
“Non ho un settore dove mi diverto di più, a me piacciono tutti gli eventi; però quando le persone mi danno un feedback positivo, si divertono, ballano e cantono allora, lì, capisco di aver centrato il bersaglio. Ho scelto l’Happy Music perché penso di esserle più affine, potendo spaziare tra generi differenti”.
I clienti che preferisci?
“Quelli che mi dicono ci fidiamo di te, fai tu! In questo modo rimango ancor di più fedele al mio stile. In caso contrario mi adeguo alle richieste. La felicità del commissionatore è prioritaria.
Sai qual è il segreto? E’ il deejay che si deve adattare alla pista, non il contrario. Deve entrare in sintonia con il pubblico. Quando ti connetti, hai trovato la chiave. Mi piace azzardare che, per fare questo mestiere, si deve essere anche un po’ psicologi”.
Insegni l’arte del djing? E quanto tempo ci hai messo per diventare un professionista?
“Sì, su richiesta, mi diletto a insegnare: si parte dallo studio della teoria, per arrivare a quello delle canzoni – ritornelli e non – e poi, infine, avvio alla pratica di mixaggio. C’è un grande studio alle spalle che, ci tengo, non venga sottovalutato. Si pensi che il primo corso l’ho seguito nel 2007 ma la prima serata si è concretizzata solo nel 2010. Ci sono voluti ben tre anni prima di coronare il mio sogno. Non ho mai pensato di arrivare chissà dove ma, sicuramente, avevo una certezza: fare le cose fatte bene”.
Grazie Ross, perché ci hai ricordato che nella vita non bisogna arrendersi, MAI!
Alimentiamo le nostre passioni, seguiamo i nostri cuori.
Ci vorrà del tempo? Fatica? Sacrifici? Sì, certo. Ma alla fine, in cima alla vetta, troveremo il sole a ricompensarci.
In bocca al lupo a tutti i sognatori, come me, e… Buon 2025!
Photocredit @Ross DJ